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Le zanzare anofele, la malaria e la bonifica delle paludi a Villamar

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Anni fa scrissi qualche articolo sulle tradizioni della Sardegna per il blog di una cara amica, quelle con la A maiuscola. Quel blog non esiste più ma ho recuperato questo racconto, e rileggendolo, mi ha anche fatto commuovere.

Zia Valda racconta: le zanzare anofele, la malaria e la bonifica delle paludi a Villamar.

“Sembra la storia di un secolo fa, eppure se ci giriamo indietro non è passato poi così tanto tempo”.

Inizia così la storia che mi ha raccontato Zia Valda durante le vacanze natalizie. Si, perché nei giorni festivi è abitudine raccogliersi di fronte al camino – per riappropriarsi del focolare domestico che fu tipico degli anni ’50 e coincise con la nascita della TV – a raccontarci delle gran storie. Noi usiamo ancora questa pratica. Anzi, credo non si perderà mai. Fra i tanti racconti, questo che andrò a raccontarvi è quello che le sta più a cuore e che, in realtà, ho sentito dire milioni di volte.

“Nella zona de “Su Solu”, una zona acquitrinosa ad est del paese andando verso Guasila, d’inverno era tutto un lago e quando si prosciugava restava l’erba che rimaneva fresca tutta l’estate e rappresentava un ottimo alimento per i cavalli. In questa zona, come nelle altre paludose di Villamar, proliferavano le zanzare anofele responsabili della diffusione della malaria in Sardegna.

La malaria è causata da un parassita che vive e si riproduce nelle femmine di queste particolari zanzare. Alla fine dell’800 la malattia aveva interessato un terzo dell’ Italia e una delle zone più colpite fu proprio la nostra Isola. Anche mio babbo – prosegue zia Valda – aveva avuto la malaria ed era stato curato durante la II guerra mondiale, da un americano accampato in una zona paludosa del paese.

A nonno Raimondo venne somministrato il chinino, un alcaloide, con proprietà antipiretiche e antimalariche. Ancora oggi, uno degli strumenti più efficaci contro la malaria perchè debella velocemente il parassita e permette un veloce sfebbramento. “Poi nel 1947 la malattia fu definitivamente sconfitta con la disinfestazione a cui aveva partecipato anche mio padre. Una delle pratiche diffuse era quella di disegnare un triangolo nei muri e scrivere D.D.T. per ricordarsi le zone che erano già state disinfestate. Il DDT fu il primo insetticida moderno e venne usato in maniera consistente a Villamar, come in tutta la Sardegna interna, consentendo così l’eradicazione della malattia.

Il governo ordinò di prosciugare e bonificare tutti i corsi d’acqua, paludi e i pozzi esistenti in paesi e campagne. La disinfestazione nelle paludi consistette, fra le altre cose, nell’allevare le gambusie, piccoli pesci voraci che si mangiano le zanzare. La malaria venne definitivamente sconfitta alla fine della II guerra mondiale”.

Grazie a Zia Valda perché era una donna tanto saggia, quanto umile, e portava con se un bagaglio di storie e racconti inestimabile, come questa.

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