Skip links

Bianco Project: prodotti tessili con una visione moderna

Tempo di lettura: 3 minuti

Artigianato e  progetti sostenibili

Oggi per la rubrica progetti resilienti e sostenibili in Sardegna ho intervistato Carla Pisano – che ho conosciuto in uno dei miei corsi di formazione – che ci racconterà del suo progetto innovativo Bianco Project: un’idea originale che si colloca nell’offerta turistica esperenziale in Sardegna.
Le interviste sul mio blog avranno anche questo sapore tradizionale e creativo 🙂

Ciao Carla, grazie per aver accettato l’invito nel mio blog…

Ciao Elena e a tutti i lettori, sono Carla Pisano una designer che qualche anno fa, dopo aver concluso l’università a Milano, è tornata in Sardegna.

Come è nato il progetto Bianco Project e di cosa si tratta?

Quando vivevo a Milano ho cambiato tantissime case, e ho avuto di conseguenza tanti coinquilini, una delle cose che più mi colpiva era la loro attenzione nel portarsi dietro i loro affetti personali, oggetti che con cura e selezione traslocavano dalle loro case, per poter dare alla casa corrente una certa familiarità, io non ero così sensibile anche perché loro tornavano a casa in macchina e io in aereo, e ogni chilo è fondamentale con valige e spedizioni. Credo sia una condizione che chiunque sia andato a studiare oltremare conosce. 

Riflettendo su tutto ciò ho pensato che sarebbe stato bello ideare un oggetto nomade: un qualcosa che avesse poco peso, facilmente trasportabile e che potesse richiamare alla memoria qualcosa di visivamente familiare legato all’Isola.  

Il progetto riprende i motivi tradizionali della tessitura sarda per realizzare dei prodotti tessili che mettono in risalto la forza evocativa dei disegni e degli schemi. I manufatti che realizzo, specialmente le tele, sono oggetti domestici che si adattano allo spazio e potenzialmente coprono molteplici funzioni: possono essere appesi alle pareti, coprire una poltrona anonima, essere stesi su un prato o sulla sabbia. Li ho concepiti come oggetti da compagnia del vivere quotidiano

Come mai si chiama Bianco?

Bianco è il cognome della nonna di mia madre, era una tessitrice ma nessuno della mia famiglia ha imparato a usare il telaio, inoltre aveva un carattere da generale tanto che veniva chiamata per cognome e non per nome. Al momento di scegliere il nome mi è venuta in mente lei, racchiude conoscenza ma soprattutto tempra. 

Quali sono gli elementi che caratterizzano il progetto?

È un progetto moderno perché la maggior parte delle fasi di realizzazione sono digitali, dal disegno alla produzione delle matrici per realizzare i decori; ma ho voluto tenere la componente artigianale con la scelta di dipingerli a mano, in modo da ottenere un aspetto materico variabile e personalizzabile. 

Quando ho pensato a Bianco, il mio intento era quello di progettare le procedure per realizzarlo, per renderlo accessibile a chiunque anche a chi non ha dimestichezza con questo genere di attività. Più che un prodotto ho creato uno strumento che permette la fruizione e l’applicazione dei decori attraverso la messa in pratica di una tecnica.

Il risultato si tutto ciò sono dei prodotti tessili capaci di racchiudere il grandissimo patrimonio artistico presente nei tappeti e negli arazzi tradizionali, ma con una visione moderna, che ben si adatta al modo di vivere odierno. 

Le persone hanno una nuova percezione dei viaggi legati alle esperienze locali. Come si inserisce Bianco project in questo scenario? 

A me affascina tantissimo questo aspetto, perché credo che apra le porte a nuovi meccanismi di fruizione di un luogo, tutti i mercati si stanno muovendo verso una continua settorializzazione e il turismo non fa eccezione. Bianco si sposa bene con questa tendenza perché è ideato per permettere a chiunque di realizzare il proprio Souvenir, attraverso un workshop creativo dove i visitatori potranno cimentarsi in prima persona nella realizzazione e personalizzazione di un manufatto strettamente legato al territorio. È ancora in fase di programmazione ma a breve organizzerò dei laboratori creativi rivolti a turisti e non, che possano far conoscere Bianco come progetto immersivo, da collocare nell’offerta turistica esperienziale. 

3 parole per ispirare anche altri ad intraprendere vie resilienti e a non abbandonare la Sardegna 🙂

Purtroppo non ho il dono della sintesi, quindi più che tre parole posso fare una considerazione, vivere in un’isola a volte è sicuramente un limite, ma la Sardegna è stata un territorio di incontri e apporti culturali di civiltà diverse, credo che dobbiamo tenerlo presente e puntare su questo aspetto. Il fatto di essere in mezzo al Mediterraneo ci permette di avere un respiro internazionale, per valorizzare ciò che abbiamo non bisogna aver paura del confronto, io sono certa che la Sardegna ha un grandissimo potenziale, ma per farlo emergere sono necessari progetti che guardino al futuro. 

Contatti

Bianco Project su etsy: Tessuti e accessori ispirati alla tradizione sarda

Segui su Instagram

Grazie davvero Carla!

Se vuoi raccontarmi anche tu il tuo progetto scrivimi a info@ojosdemuscas.it

Se invece vuoi che ti aiuti nella comunicazione del tuo progetto e nella strategia digitale ti aspetto  per la tua prima consulenza gratuita 🙂

Leave a comment