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Myanmar


Date:
19 Febbraio 2020

Arrivare in Myanmar non è stato così facile. Il Myanmar non è un Paese facile.  Così, tutto il mese nell’ex Birmania è stato all’insegna dell’avventura, della scoperta, del confronto spesso silenzioso, della consapevolezza e della perdizione completa del tempo (e di molte altre certezze avute nella vita). Il Myanmar è aperto ai viaggiatori solo dal 2012 ed è il posto più mistico e autentico mai visto, con un passato molto recente di violazioni di diritti umani e altre storie da interpretare, capire e raccontare (in un altro momento).

Era il  23 Febbraio, il giorno in cui avrei dovuto varcare il confine Myanmar-Thailandia, a Mae-Sot, causa scadenza visto. Peccato che quella mattina l’autobus da Pai, (nord Thai) l’ho perso e il minibus che sono riuscita a prendere fino a Chiang Mai, da li faceva solo la tratta fino a Tak, a metà del Paese, e quindi, per arrivare al confine con il Myanmar, mancavano ancora almeno due ore. Riesco a trovare un altro autobus da Tak che, però, a un certo punto decide di fermarsi perché gli si è fuso il motore. In mezzo al niente.  Benone. Arrivare al confine alle 23 significa rimanere bloccata in un limbo fra due Paesi, chiedere aiuto alla stazione di polizia per attraversare, ma niente. Allora, visto che ci siamo, perché non chiedere anche uno spazio dove sonnecchiare qualche ora, tanto ogni posto è ottimo per svenire, visto la stanchezza, il peso del ‘o tauto (anche detto backpack) gli interminabili spostamenti. Lo scenario si completa con poliziotti e aiutanti di Babbo Natale che ci danno notizie contrastanti fra di loro, e da un ragazzo gentilissimo che faceva da interprete, sballottate da un comando all’altro per dichiarare l’overstay in Thailand, anche se solo per poche ore, e altre belle scenette al comando della polizia (tipo una signora che dorme con una tenda dentro l’ufficio ?) altri personaggi improbabili che ci scrutavano, increduli, quanto noi. Si perché non sono sola, vago con la mia compagna di avventure, bionda (da sottolineare perché voi avete mai visto una bionda al confine col Myanmar, giusto? Ecco, nemmeno loro! e la definizione dello zaino ‘o tauto, va tutta a lei 🙂

Attraversiamo il ponte dell’amicizia fra Thailandia e Myanmar alle 6:30 del mattino, pagando una penale (cioè io no, lei si!); tutto diventa più colorato, caotico, mistico, povero, luccicante, incomprensibile…. I birmani portano tutti una lunga gonna, a quadri per gli uomini, colorata con diverse fantasie, per le donne. Donne e bambini, ma anche ragazzi, hanno il viso dipinto col Thanaka, gli sguardi neri intensi, misteriosi, imperscutabili, sono tutti bellissimi. Fino al momento in cui aprono la bocca e mostrano il loro lato veramente scuro: i denti! I più brutti sorrisi che abbia mai visto, che peccato!

Cerchiamo un modo per spostarci da Myawaddy e troviamo questa famiglia intenta a fare un trasloco con un minivan per 9 persone, utilizzato anche per il trasporto passeggeri. Ci spariamo così 9 ore, in 13, con il tetto colmo di scatoloni, mobili, ventilatori, frigoriferi, biciclette, sacchi di non ben identificati materiali, senza aria condizionata, senza strade, con la musica a palla, strade dissestate, pagode, villaggi fino a Yangon. Arriviamo con il sedere e la schiena distrutta, siamo in viaggio da più di 30 ore, ma non sarà il viaggio più inebriante e devastante lungo le strade dell’ex Birmania. (to be continued…)

Chinlone fra bambini birmani
Donna a lavoro nei campi in Myanmar
Donna birmana
Donne e copricapo in Myanmar
Donne nei campi in Birmania
Famiglia nei campi
Letture birmane
Nei campi in Myanmar
Pranzo dei bambini in un monastero - Myanmar
Ritratti donne burma
Ritratto di donne in Myanmar
Ritratto ragazzo Myanmar
Ritratto uomo birmano
Vita nei campi in Myanmar
Zenzero in Myanmar